martedì 9 giugno 2015

Trovo strano come, in situazioni di stress, metta sempre in moto gli stessi meccanismi compensativi, pur essendo cosciente di quanto essi siano inutili e distruttivi.
Qualcosa dentro di me non vuole staccarsi da quel chiodo fisso dell'alimentazione.
Eccomi qua che ci sprofondo dentro sempre più, coscientemente e con paura.
Ho eliminato cereali e cena, di nuovo.
Di nuovo la gente mi fa notare di come io, invece di acquistare peso, lo stia perdendo.
Di nuovo non riesco a mangiare davanti agli altri.
Di nuovo ferisco la gente che mi sta attorno,oltre che me.
Di nuovo continuo a pensare al cibo, a cosa e quanto ho mangiato, al fatto che sia "troppo".
La cosa che più mi spaventa è che io ne sia cosciente, so di mangiar troppo poco, so che sia assurdo come io mi stia torturando la testa e il corpo.
Son di nuovo sempre debole, con le vene a fior di pelle, con le mie scuse per non mangiare.
Le cose diverse sono solo che non conto le calorie, non mi peso e non ho realmente quasi mai fame.
Sono chiusa in casa da sola praticamente tutto il giorno, vorrei uscire e divertirmi ma son troppo debole, troppo stressata, continuo a cambiare idea a riguardo.
Continuo a ripetermi che quando finirà questo periodo, tra circa un mese, non avrò più tutto questo nervoso e questa agitazione addosso e riprenderò a mangiare tranquillamente, come stavo riuscendo a fare; ma giorno dopo giorno mi sembra sempre più che sia anche questa una scusa che racconto a me stessa.
Vorrei aprirmi la testa, svuotarla di tutte le inutili stupidate con cui l'ho riempita per anni e rimettermela. Ma sono pur sempre cosciente che qualsiasi cambiamento possa, e debba, solo che partir da me; ma non sto cambiando nulla, se non in peggio.

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